Il 6 ottobre in piazza a Roma per difendere cultura e lavoro
Cantanti lirici, musicisti e ballerini scendono in piazza il 6 ottobre a Roma per la cultura e il lavoro
In prima fila il mondo della lirica contro occupazione precaria, smantellamento di istituzioni, mortificazione e fuga dei talenti.
Uno studio dell’Eurostat pubblicato nel 2017, basato su dati del 2015, testimonia le carenze degli investimenti dell’Italia su questo fronte. Il nostro Paese è penultimo in Europa per percentuale del Pil destinata alla spesa per la cultura: appena lo 0,7%. Come noi Regno Unito e Grecia; peggio, solo l’Irlanda. La Germania spende l’1%, la Francia l’1,3%. I paesi più virtuosi arrivano al 2%.
«La nostra non è una manifestazione contro il governo», precisa però Trivero. «Anzi, la legge contro la quale protestiamo è stata approvata nella scorsa legislatura, e Alberto Bonisoli, il nuovo ministro dei Beni Culturali, ha promesso di aumentare la spesa per il patrimonio culturale.
Il nostro obiettivo, quindi, è soprattutto di sollecitare a passare ad azioni concrete.
Nei paesi in crescita, si aprono teatri come simbolo di ricchezza e di sviluppo. Da noi, che la lirica l’abbiamo inventata, rischiamo di veder chiudere istituzioni storiche».
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