Spettacoli
Di seguito l’elenco degli spettacoli realizzati da Officina Artium.
“I Giardini di Istanbul”
Musiche di M. Curcio, A. Catalfamo, C. Corea, P. Smadbeck, E. Satie, R. Carnevale,
M. Biondolillo, S. Reich.
Coreografie di L. R. Esposito. (2002 — 2003 — 2004)
Prima produzione di Officina Artium, nasce dalla collaborazione dell’ensemble con alcuni compositori contemporanei siciliani, dalla riproposizione di brani di repertorio riarrangiati per l’originale organico strumentale, dalla manipolazione di ritmi di varie tradizioni musicali e dalla volontà di porre in primo piano la stretta relazione tra musica e danza nelle varie forme e nei diversi stili.
I Giardini di Istanbul, quindi, prende la forma di un concerto danzato dove la condivisione delle esperienze degli artisti, il forte spirito di ricerca e d’innovazione e soprattutto lo stesso concetto di arte globale,costituiscono la narrativa della performance.
Nota di Marina Borgo
…Non appena ho visto la partitura del brano “Giardini di Istanbul”, ho voluto suonare questa musica, scritta
dal siciliano Maurizio Curcio per un altro siciliano, il violoncellista Giovanni Sollima.
Mi appassionava l’idea di affrontare per prima un brano nuovo, tutto da scoprire scritto per i miei strumenti preferiti, la marimba e il violoncello.
Le tre marimbe costruiscono una gabbia ritmica nella quale il violoncello rimane intrappolato, lotta per uscire, riesce a levarsi in volo, ricade…
Mi diverte molto suonare musiche nuove e ho quindi avviato, insieme agli altri musicisti di Officina Artium, una collaborazione con altri compositori siciliani che hanno scritto brani per noi: Marcello Biondolillo, Roberto Carnevale, Antonio Catalfamo.
Questo aspetto caratterizza lo spettacolo “I Giardini di Istanbul”: la maggioranza dei brani sono stati composti da autori siciliani.
Amo la danza…
“Parole che Danzano”
Da un’idea di Vincenzo Spampinato, è un esperimento di composizione artistica in cui la danza e recitazione si fondono perfettamente.
Dai versi delle canzoni di U. Balsamo, L. Madonna, C. Muratori, V. Spampinato,recitati dall’attrice S. Graziosi e
coreografie L. R. Esposito il ritmo della recitazione diventa la musica su cui la danza si esprime.
Lo spettacolo è andato in scena in diretta televisiva sulle reti SKY.
“Sensus Sui”
musiche di N. J. Zivkovic, D. Wimington
coreografie di L. R. Esposito .(2005 — 2006 — 2007 )
Sensus Sui è un percorso a ritroso dal linguaggio accademico contemplativo, attraverso il suo progressivo disgregarsi e contaminarsi, fino all’Africa, la madre del ritmo, a sua volta generatore della musica e della danza.
E’ anche un percorso geografico, dall’Occidente, all’Australia, all’Africa. Infine è un percorso interiore di conoscenza, dalla percezione sensoriale, visiva, uditiva, olfattiva, alla coscienza di sé.
Le percezioni sensoriali si richiamano vicendevolmente.
Così un suono si può tradurre in movimento, in colore, questo a sua volta in profumo, in ricordo, in sensazioni.
Questo processo ha come fine la consapevolezza, ovvero la coscienza di sé.
Il tutto è permeato da una sorta di anelito alla spiritualità e alla divinità espresso attraverso un alternarsi di atmosfere talora meditative, talora barbariche o ancestrali.
“Il Mare Cantato”
musiche di V. Spampinato
coreografie di L.R. Esposito (2005)
Spettacolo realizzato in tour nelle piazze siciliane, nasce dall’idea di Vincenzo Spampinato di omaggiare attraverso il canto, la danza e la recitazione il mare, quale luogo fisico e culturale che favorisce l’integrazione e lo sviluppo dei popoli.
“Utopia del Triangolo”
Spettacolo realizzato in sinergia con numerosi pregevoli artisti in tour per gli anfiteatri di pietra siciliani.
Il centro è la Sicilia, esplorata attraverso la sua mitologia, la sua storia, la sua vitalità.
Le musiche sono inedite e composte da V. Spampinato le coreografie di LR. Esposito
“Ritratto 07”
musiche di D. Wimington, V. Bellini, V. Spampinato, L.Cannavacciuolo
Coreografie di L. R.
…Ritratto 07 è un lavoro autobiografio.
È composto da 7 quadri ognuno dei quali è mosso da un diverso stato d’animo.
Amore, ricordo, passione, allegria, orgoglio, sofferenza e gioia si alternano repentinamente dando origine a un’altalena di emozioni: la vita.
E’ un lavoro di resoconto professionale in cui l’autore misura il grado d’evoluzione della sua danza.
E’ il ricordo di un amico, perso pochi giorni prima… Esposito (2007)
“Le Due Sicilie”
soggetto, regia e coreografia di Luigi Rosario Esposito,
testi di Angela Cicala,
musiche di G.B. Pergolesi, P. Glass, Almamegretta, E. Avitabile, N.C.C.P., Officina
Zoe. (2016)
… è un dialogo tra la tradizione matura e forte della cultura del Sud e il suo oggi. Il passato si specchia nel presente e individua ciò che è diventato…
Le contraddizioni, i dogmi, le speranze diventano materia di confronto tra epoche e anche spazio spirituale in cui ognuno può misurarsi col passato per scoprire la propria origine.
L’Arte nella sua forte suggestione evoca reminiscenze di sapori ed odori rendendo ciascuno consapevole che il presente per essere vero ha bisogno di chiarire la propria identità in un confronto perenne e fertile col passato e con le diverse culture che lo contaminano.
Una suonata di spettri si proietta in un passato che fa capolino ad un presente inquietante in cui ci si stupisce di come si possa ancora sognare e desiderare… una sintonia di vitalismi spumeggianti testimoni di ciò che si sarebbe voluto essere e non si è stato, con la condanna di desiderare la vita e amare la propria terra.
Le Due Sicilie, oltre a essere una connotazione geografica e storica, è lo specchio del presente nel passato e viceversa, occasione per puntare lo sguardo su una città come Napoli, protagonista con alterne vicende di numerose pagine di Storia, cogliendone i nodi tematici più controversi: la Repubblica Partenopea del 1799, l’illusione dell’Unità, il brigantaggio come forma di ribellione al governo piemontese, lo strapotere dei clan nelle terre di camorra, la tenace determinazione del popolo napoletano alla resistenza, alla rinascita. Come l’odorata ginestra che cespi solitari intorno sparge contenta dei deserti là dove null’altro allegra arbor nè fiore…
La consapevolezza atavica di un popolo di appartenere da sempre a … due Sicilie.